#dream La ragazza di campagna e la città dei robots.

La ragazza di campagna e la città dei robots.

Inna aveva dovuto camminare e superare le barriere per iniziare ad addentrarsi nell’agglomerato urbano. Voleva conoscere la vita di quel posto. Lì vivono esseri dall’animo circuitale, leggendari esseri nati dalla precedente estinzione degli esseri umani che volevano fondersi con la loro parte robotica che infine prevalse.

Inna incontrò uno schermo immersivo che iniziò telepaticamente a mandarle dei segnali di terrore subliminale che lei riuscì a resistere. L’essere visualizzò le forme di vita che conosceva nel suo schermo 3d immersivo e lei vide quelli che dovevano essere altri animali intelligenti, leggenda voleva che si fossero estinti. Lo schermo proseguì a sputar fuori immagini. Si vide nuda fino a dentro se stessa capendo che quell’essere la stava vedendo dentro e analizzandola. Disse in un linguaggio antico ma che somigliava a quello che lei usava con gli altri umani: “Si diriga nel settore ibridi per ulteriori analisi”. L’aveva confusa per un ibrido uomo-macchina, che secondo le leggende si era estinta come forma di vita. Temette che si venisse a scoprire che lei non era nemmeno una creazione ibrida ma proveniente da un’area in cui gli umani erano tollerati come tutti gli altri animali, questo perché durante quelle guerre gli umani non erano tollerati. Ma le macchine avevano imparato di più sugli animali e trattandoli come animali c’era possibilità di convivenza pacifica e tollerante. Ma Inna decise d’indagare sulle origini delle forme di vita e si era addentrata in quella città robotica, forse non la più grande e importante ma la più vicina. Così fece un altro incontro: un essere strisciante e lucente apparve nella periferia del suo campo visivo e piano e coraggiosamente si voltò. Era un tubo rapido con degli occhi in alcune giunzioni del suo flessibile corpo. Si eresse e formò una spirale. Quindi rivolse a lei i suoi occhi o per meglio dire i suoi sensori visivi, che però rassomigliavano a degli occhi in seguito alla fusione delle specie pre-guerra.

(scritto di getto se mi va proseguo)

Inna sentendosi osservata si stette immobile. Quell’essere continuava a fissarla. Infine se ne andò via emettendo un suono discendente.

Inna superò vari ologrammi incomprensibili ma si dirisse verso dove l’intensità cromatica era maggiore, infine raggiungendone il suo punto centrale.

Sentì le sue ombre allungarsi e la incatenavano a quella luce del campo in cui era immersa. Infine era paralizzata. Vide le proprie membra divenire trasparenti, e imparò persino qualcosa sulla propria mente intelligente. In quel campo di espansione arrivarono altri esseri che da scuri tornavano luminosi, passando da questo luogo. Infine, alla massima trasparenza del suo corpo seguì uno slacciamento dalle sue ombre che l’avevano tenuta fissata e potè andare oltre.


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *